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«La questione assume risvolti interessanti se si inserisce il tradizionale discorso sulla funzionalità nel contesto della concezione di una cultura della costruzione di qualità che richiede una pianificazione integrativa e interdisciplinare, coinvolge numerose discipline e non si concentra solo sull’edificio, ma anche sull’intera situazione spaziale, sullo spazio edificato e non. Allargando la prospettiva, infatti, entrano in gioco anche nuovi fattori e le esigenze e le aspettative connesse a un edificio possono cambiare. In particolare, la sua integrazione nello spazio, la configurazione dell’urbanità o questioni connesse alla densificazione. Ma non solo; anche aspetti ambientali, culturali e sociali. L’urgenza di un cambiamento culturale ed ecologico, infatti, è attualmente forte; non si può continuare a ignorare la questione della sostenibilità. Una gestione oculata delle risorse a nostra disposizione rappresenta ormai un presupposto fondamentale della pianificazione contemporanea. Si aprono quindi nuove prospettive sul principio della funzionalità. Ma questo non comporta una perdita di compatibilità con altri criteri come quello della bellezza o del genius loci. Piuttosto, questi principi si intrecciano, si intersecano e insieme delineano una cultura della costruzione di qualità. Attendo con impazienza di poter valutare questi progetti e processi che attuano concretamente e creativamente questi criteri in spazi reali, contribuendo così a mantenere vivo e attuale il dibattito.»