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Signora Zenker, su che cosa punta i riflettori la nuova edizione del Prix SIA?
Susanne Zenker: Sostanzialmente, facciamo tesoro di ciò che finora si è dimostrato valido. Come due anni fa, la SIA vuole premiare le opere, i prodotti, gli strumenti e i processi nei settori della costruzione, della tecnica e dell’ambiente che contribuiscono a modellare e trasformare in modo sostenibile il nostro ambiente di vita. I contributi presentati devono essere sorprendenti e innovativi, ma anche attenti alla cultura della costruzione e agli aspetti sociali, come pure dare prova di un approccio teorico-pratico che sia globale e interdisciplinare.
Esiste già un gran numero di premi per il settore della costruzione e della progettazione. Perché serve anche un Prix SIA?
A differenza di tanti altri concorsi, che mirano generalmente ad attribuire il massimo numero di premi a un numero altrettanto ampio di categorie, con il Prix SIA vogliamo innanzitutto mettere in luce le qualità che fanno sì che un dato progetto meriti di essere insignito di un riconoscimento. Reputiamo fondamentale riallacciarci al discorso portato avanti finora, sensibilizzando sempre di più il pubblico sui temi della sostenibilità e della cultura della costruzione. Premiare i progetti esemplari e confrontarsi sulle buone pratiche è un modo concreto ed efficace per fare la differenza: ecco perché abbiamo creato questo premio.
Che cosa ha di speciale il Prix SIA?
Con il Prix SIA mettiamo l’accento sull’interdisciplinarità, molto di più che con qualsiasi altro premio. Sono convinta che i migliori progetti nascano quando, fin dall’inizio, vengono coinvolti professionisti con competenze e punti di vista diversi, capaci di fare davvero squadra. Il Prix SIA rispecchia alla perfezione il nostro DNA: nel settore della costruzione e della progettazione, non esiste infatti nessun’altra associazione che riunisca al suo interno così tante discipline diverse.
E in più ci sono tre giurie e tre premi …
Sì, nella cornice del Prix SIA, le giurie sono tre e ognuna di esse assegna un premio distinto. Innanzitutto, c’è una giuria composta da nove esperti che, come nella scorsa edizione, lavora in due tappe. Prima seleziona i progetti destinati alla shortlist e che saranno discussi e approfonditi attraverso dibattiti pubblici, i Prix SIA Talks. In seguito, poco prima della cerimonia di premiazione, la giuria si riunisce nuovamente per proclamare il vincitore a cui sarà conferito il primo premio, il Prix SIA insomma.
C’è poi anche il premio del pubblico, che viene conferito al progetto che si è aggiudicato il maggior numero di voti online. Tutti coloro che si interessano di cultura della costruzione possono esprimere una valutazione sul sito Internet del Prix SIA.
Ma non è ancora tutto, la presente edizione, infatti, porta con sé una novità: il premio degli studenti. In stretta collaborazione con la Scuola di ingegneria e architettura di Friburgo e con la Scuola di lavoro sociale di Friburgo, si offre agli studenti la possibilità di conoscere meglio il «Sistema Davos per la qualità nella cultura della costruzione», ciò nell’ambito di un corso semestrale. Le giovani leve formeranno dunque una propria giuria e, applicando il Sistema Davos, saranno chiamati a valutare i progetti in lizza e a scegliere il migliore.
Ci sono altre novità?
Ad ogni edizione, gli incontri della giuria e la cerimonia di premiazione si spostano in una città diversa. Quest’anno saremo a Friburgo. Inoltre, abbiamo completamente rinnovato la giuria di esperti. In questa edizione sarà un ingegnere civile a tenere le fila: Tivadar Puskas. La giuria del Prix SIA 2024 ha svolto un ottimo lavoro. Sono certa che anche i giurati di questa seconda edizione sapranno attingere al loro solido bagaglio di competenze per valutare i progetti in lizza con mente fresca e occhi nuovi, offrendoci prospettive e spunti di riflessione innovativi e, chissà, forse persino sorprendenti.
Che cosa la incuriosisce di questa edizione?
Naturalmente non vedo l’ora di sapere quali e quanti progetti saranno presentati. E soprattutto sono molto curiosa di vedere le differenze o le somiglianze che ci saranno tra i verdetti delle tre giurie. Inoltre, sono molto contenta di poter collaborare con gli studenti, che sono il futuro del nostro settore. L’idea di incoraggiare i giovani a discutere in piena autonomia sui progetti realizzati e di chiedere loro di esprimere una valutazione nel quadro di un corso semestrale è una novità assoluta. Secondo me sarà un’esperienza molto arricchente, sia per gli studenti che per la SIA. Ci aiuterà infatti a capire meglio come le nuove generazioni vedono, percepiscono e valutano i progetti contemporanei.
Ci sono altre aspettative che ripone nel Prix SIA 2026?
Mi auguro che dalle discussioni emergano quanti più elementi di novità possibili, che i progetti siano eterogenei e tutti di grande eccellenza. Spero di vedere un maggior numero di lavori incentrati, ad esempio, sulle innovazioni tecniche o su processi di progettazione o costruzione fuori dagli schemi. E poi, certo, conto anche su un maggior numero di progetti svolti all’insegna dell’interdisciplinarità. Insomma, il mio auspicio è quello di vedere progetti che coinvolgano diversi ambiti professionali.
Ora le iscrizioni sono aperte. L’invito è dunque quello di farsi avanti e partecipare. Contiamo anche sul coinvolgimento di altri partner: imprese a cui sta a cuore una cultura della costruzione di qualità, che si impegnano in favore della sostenibilità, che condividono i valori del nostro Prix SIA e che sono disposte a farsene portavoce.